La frazione marinara di Punta Braccetto, ricadente nei comuni di Ragusa e Santa Croce Camerina, è attraversata dal Torrente Mistretta che ne delimita i confini ed occupa il promontorio detto Braccio della Colombara. La sua baia ed il vasto arenile con le dune sabbiose di Randello, considerata fra le più belle spiagge d’Italia, sono da annoverare fra i siti più suggestivi ed incontaminati del litorale ibleo.
La riserva naturalistica di Randello si estende per circa 156 ettari su una superficie di dune sabbiose che vanno dalla battigia alla S.P. 85. Passeggiando fra i suoi numerosi sentieri all’ombra di pini maestosi, cipressi, eucalipti, lecci, lentischi e mirti, si può sostare in comode aree attrezzate con tavoli, sedili, barbecue, fontanelle e docce.
Nell’habitat retrodunale cresce la rarissima Leopoldia Gussonei o giacinto dal pennacchio; una pianta bulbosa con splendidi fiori gialli primaverili considerata una specie in pericolo di estinzione e pertanto protetta da specifica convenzione comunitaria europea.
Nelle dune situate a ridosso della battigia depone le sue uova la tartaruga marina caretta caretta che si schiudono nei mesi estivi fra il rispettoso stupore dei bagnanti.
All’interno del demanio forestale di Randello si erge una collinetta che dista circa 300 metri dalla battigia, ove è stato rinvenuto da Paolo Orsi l’importante villaggio costiero di Branco Grande risalente all’età del bronzo.*
Qualche centinaio di metri più ad est, sulla sponda destra del torrente Mistretta, si trovano i resti di una fattoria greca, sicuramente collegata allo sviluppo della vicina Kamarina.
Punta Braccetto vanta anche un’imponente scogliera con profonde insenature dette Canalotti che, per tale caratteristica e per essere situata fra i siti più noti di Kamarina e Kaucana, racchiude vestigia che ne documentano l’importanza strategica fin dalle epoche più remote.
All’inizio di questa scogliera, nella zona sottostante la Piazza dei Tramonti, sono visibili dei profondi intagli nella roccia i cui blocchi di calcarenite pleistocenica, trasportati via mare, furono probabilmente utilizzati nella edificazione di Kamarina. ***
Nel promontorio sito pochi metri più ad ovest si trova un profondo fossato circolare scavato nella roccia con il relativo corridoio di accesso, ideale per contenere i fuochi di segnalazione per le imbarcazioni che qui transitavano.
Procedendo un centinaio di metri più ad ovest, proprio nelle insenature dei canalotti, si possono notare diverse bitte scavate nella roccia che testimoniano le antiche attività marinare e commerciali che avvenivano nella scogliera.
Nel Braccio della Colombara si ergono i ruderi della Torre Vigliena fatta costruire nel 1600 dal barone Pietro Celestri per contrastare le incursioni di pirati provenienti dalle coste africane; attigua ad essa l’edificio per alloggiare le truppe dei militari reclutati dai paesi dell’entroterra.****
La torre faceva parte, insieme alla Torre di Cammarana, Torre di Mezzo, Torre Scalambri e Torre Cabrera, di quell’imponente apparato difensivo costruito dai vari signori dell’epoca a salvaguardia della costa iblea.
I periodi migliori per godere di queste bellezze naturali e culturali sono quelli della tarda primavera e dell’inizio autunno in quanto meno interessate dal turismo balneare del periodo estivo.
- P. Orsi: Due villaggi del primo periodo siculo; il villaggio di Branco Grande presso Camarina.
- S. Scerra: Approdi, incontri e scontri sulle coste iblee.
- G. Uggeri: Archeologia e storia di Camarina.
- F. Stanganelli: Vicende storiche di Comiso antica e moderna.